Il mondo dello sport professionistico è attualmente alla ricerca di nuove frontiere e idee innovative, seguendo l’esempio della Superlega nel calcio.
Anche il ciclismo sembra essere coinvolto in questa tendenza, con il progetto One Cycling.
Il progetto prevede la creazione di una nuova lega composta da un gruppo di squadre pronte a competere e da organizzatori disposti a collaborare, con la condivisione dei diritti televisivi, una questione sempre dibattuta.
Otto team promotori hanno affidato a Ernst & Young, una società di revisione internazionale, il compito di indire un bando di concorso per il progetto One Cycling. La più alta offerta è giunta da SRJ, una società di investimento saudita, controllata dal Saudi Public Investment Fund (PIF), con un’offerta di 250 milioni di euro.
Sebbene la somma sembri considerevole, sono ancora molti i dettagli da chiarire sulla Superlega. Attualmente, non ci sono dichiarazioni ufficiali o documenti resi pubblici, poiché tutti i soggetti coinvolti hanno sottoscritto un impegno al silenzio.
Parlando del PIF, questo fondo di investimento mira a preparare l’Arabia Saudita per un futuro senza dipendenza dai combustibili fossili. Attualmente, il PIF ha un budget compreso tra i 600 e i 700 miliardi di euro, destinati a crescere fino a mille miliardi entro il 2030. SRJ, fondata nell’agosto 2023, è già entrata nel mondo degli investimenti sportivi, destinando cento milioni di dollari alla Professional Fighters League (PFL), una lega statunitense di arti marziali miste.
La questione cruciale riguarda il reale valore dell’investimento di 250 milioni, che rappresenta la metà del reddito totale delle sponsorizzazioni delle 18 squadre del WorldTour. L’UCI ha stimato che nel 2024 le squadre avranno a disposizione un budget totale di 499 milioni, di cui l’86% proviene dalle sponsorizzazioni.
Tuttavia, questi 250 milioni potrebbero sembrare modesti, considerando che rappresentano un investimento triennale e che gli investitori sauditi sono abituati a cifre molto più elevate. La previsione di ricaduta economica per i diritti televisivi è di 2-3 milioni di euro all’anno per ogni team, una cifra significativa ma non sufficiente per l’ingaggio di un top player.
Alcune squadre, come Visma|Lease a Bike, EF Education-EasyPost, Soudal Quick-Step, Alpecin Deceuninck, Intermarché Wanty, Ineos Grenadiers, Lidl Trek e Bora Hansgrohe, sembrano favorevoli al progetto, mentre altre, tra cui la UAE Emirates, sembrano in attesa. Alcune, come Astana Qazaqstan, Movistar Team e altre, hanno deciso di non partecipare.
Anche gli organizzatori sono divisi, con ASO che si è esclusa, detenendo i diritti televisivi di tutte le corse che organizza. RCS sembra essere in posizione di attesa, incline al no ma vedendo la possibilità di una crescita a spese di ASO. Flandes Classic sembra essere favorevole al progetto, mentre il Giro di Svizzera è d’accordo.
La data di partenza del progetto è fissata per il 2026, dopo la conclusione del triennio di WorldTour nel 2025. Tuttavia, la condizione essenziale per avviare la nuova Superlega è la partecipazione di almeno dieci squadre, attualmente ferme a otto. Si prevedono incontri a Londra tra i promotori e Ernst & Young per discutere dell’offerta saudita, con l’obiettivo di formulare un progetto concreto nei prossimi mesi. La questione principale rimane se ci sarà un confronto costruttivo con l’UCI o se si verificherà un conflitto simile a quello visto nel calcio con l’Uefa.
Tutto questo è importante perchè darà un ulteriore scossone al mondo del ciclismo professionistico. Avrà una ricaduta anche sul mondo della mountain bike e del gravel e sopratutto vede l’Italia completamente fuori dai giochi. Non avendo un team WorldTour sotto bandiera italica e con il Giro d’Italia destinato sempre più di più ad essere superato dalla Vuelta Espana, il ruolo marginale della nostra nazione si ripercuoterà su TUTTO il ciclismo.
Il progetto One Cycling presenta sfide e dibattiti significativi nel mondo del ciclismo professionistico. La proposta di una nuova lega, la partecipazione di investitori sauditi e le reazioni diverse tra le squadre e gli organizzatori creano un contesto complesso.
Le questioni legate all’investimento, ai diritti televisivi, e alla partecipazione delle squadre e degli organizzatori aggiungono un elemento di incertezza al futuro del ciclismo professionistico. L’equilibrio tra l’aspetto finanziario e le dinamiche sportive potrebbe avere un impatto significativo sul modello di business e sulla governance del ciclismo a livello globale.
Il coinvolgimento di investitori provenienti da nuovi settori, come il fondo saudita, aggiunge un elemento di novità e può aprire nuove opportunità, ma al contempo solleva domande sulle implicazioni etiche e sulla sostenibilità del finanziamento.
È interessante osservare come le squadre e gli organizzatori prendano posizione, influenzando il possibile sviluppo del progetto. La situazione richiederà una gestione oculata delle dinamiche interne al ciclismo professionistico e potrebbe portare a cambiamenti significativi nel panorama sportivo e finanziario.