Codice della Strada:
Un Passo Indietro per i Ciclisti e la Mobilità Sostenibile
Le recenti modifiche al Codice della Strada italiano sollevano forti preoccupazioni per i ciclisti e gli amanti della mobilità sostenibile. Invece di promuovere la sicurezza e l’uso della bicicletta, le nuove normative sembrano muoversi in direzione opposta rispetto alle migliori pratiche europee.
Le Principali Criticità per i Ciclisti
Riduzione delle Tutele
Le modifiche legislative hanno significativamente indebolito le protezioni per i ciclisti. Nonostante l’aumento degli incidenti che coinvolgono ciclisti nelle aree urbane, il nuovo Codice non offre misure adeguate per garantire la loro sicurezza. L’Italia continua a mancare di una normativa che tuteli efficacemente chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto.
Limitazioni Infrastrutturali
Il nuovo Codice non prevede un piano strutturale per la creazione di infrastrutture ciclabili. Questo significa che i ciclisti continueranno a essere costretti a condividere la carreggiata con veicoli motorizzati, aumentando il rischio di incidenti. In un momento in cui molti paesi europei investono massicciamente in reti ciclabili sicure, l’Italia sembra rimanere indietro.
Restrizioni alle Zone 30
Le nuove normative limitano la possibilità per le amministrazioni locali di istituire zone con limite di 30 km/h. Questa misura è particolarmente preoccupante, considerando che la riduzione della velocità è una delle strategie più efficaci per diminuire il numero e la gravità degli incidenti stradali.
Mancanza di Incentivi
Il nuovo Codice della Strada manca completamente di un piano di incentivi per la mobilità sostenibile. In un momento cruciale per la transizione ecologica, l’assenza di misure che incoraggino l’uso della bicicletta appare come un’occasione persa.
Sanzioni Contro gli Utenti Vulnerabili
Sono state introdotte nuove sanzioni per comportamenti definiti “imprudenti”, con una definizione talmente ambigua da poter potenzialmente penalizzare ingiustamente i ciclisti.
Confronto con l’Europa
Mentre città come Parigi, Barcellona e Berlino stanno implementando limiti di 30 km/h e promuovendo attivamente l’uso della bicicletta, l’Italia sembra muoversi nella direzione opposta. Queste metropoli hanno dimostrato che investire nella sicurezza dei ciclisti porta a una significativa riduzione degli incidenti e a una migliore qualità della vita urbana.
Un Messaggio Negativo
Queste modifiche sembrano rispondere più alle esigenze degli automobilisti che alla sicurezza degli utenti più vulnerabili. Il nuovo Codice della Strada rischia di scoraggiare l’uso della bicicletta, proprio quando invece dovrebbe essere incentivato per ragioni ambientali, di salute pubblica e di qualità della vita urbana.
È necessario un ripensamento radicale di queste normative. La sicurezza stradale dovrebbe essere il criterio centrale di ogni scelta normativa, specialmente in un Paese come l’Italia, dove il tasso di incidentalità è tra i più alti d’Europa. I ciclisti meritano rispetto, tutele e infrastrutture adeguate, non restrizioni che li mettono ulteriormente a rischio.
— Il Presidente —